lunedì 10 marzo 2014

Caratteristiche e classificazione Petauro














ClassificazioneClasse: Mammiferi
Sottoclasse: Marsupiali
Ordine:Diprotodontia
Sottordine: Phalangerida
Famiglia: Petaurdae
Genere: Petaurus
SpecieP. breviceps



I Marsupiali si differenziano dagli altri mammiferi, detti Placentati, perché i feti si sviluppano nel corpo della madre senza che sia presente la placenta. La nascita si verifica dopo una gestazione brevissima, e il neonato è molto immaturo, simile ad un feto. Il resto del suo sviluppo è sostenuto esclusivamente dall’allattamento.


Habitat naturale e comportamento allo stato selvatico. Il petauro dello zucchero proviene dalle foreste pluviali e costiere di Nuova Guinea e Australia del nord-est, est e sud-est, una zona prossima all’equatore dove vi sono pochissime variazioni stagionali e della durata delle ore di luce nel corso dell’anno. I petauri formano gruppi di 7-12 individui, in cui maschi e femmine convivono pacificamente e tutte le femmine si riproducono, ma in cui in genere solo un maschio (quello dominante) si accoppia. Gli individui del gruppo si riconoscono tra loro grazie all’odore emesso da ghiandole odorose presenti sulla pelle; i membri che non appartengono al gruppo sono scacciati dal territorio. Una colonia occupa un territorio di circa 2,5 acri.I petauri passano il giorno in tane ricavate da cavità degli alberi, foderate di foglie, dormendo insieme in piccoli gruppi. Quando scende la notte escono in cerca di cibo, percorrendo distanze anche notevoli. Il loro alimento preferito è rappresentato dalla linfa di acacia e di eucalipto, soprattutto durante l’autunno e l’inverno e da insetti in primavera e in estate. Una parte della dieta è rappresentata da uova di uccelli e piccoli vertebrati quali lucertole ed uccellini. Si nutrono anche di nettare, polline, manna (la linfa indurita che emettono gli alberi a causa della puntura di insetti), e della sostanza zuccherina prodotta dagli insetti che succhiano la linfa.I petauri si spostano saltando da un ramo all’altro, e in caso di distanze maggiori planano da un ramo all’altro utilizzando il patagio, arrivando a coprire 45 metri con il volo planato.La stagione riproduttiva coincide con il periodo di maggiore presenza di insetti, probabilmente per la maggior disponibilità di proteine che questi forniscono ai petauri.In natura se la temperatura scende troppo o se il cibo è scarso i petauri cadono in uno stato di letargo per un breve periodo.



Caratteristiche anatomiche e fisiologiche. In cattività il petauro può arrivare a vivere 12-15 anni, mentre in natura la vita media è di soli 5-7 anni.Un adulto misura circa 13-15 cm, e ha una coda altrettanto lunga, che serve come bilanciere per stabilizzare l’animale, soprattutto durante il volo planato. Il peso medio è di 140 g per i maschi e di 115 g per le femmine. La temperatura corporea è relativamente bassa se paragonata a quella dei mammiferi: 35°C.Il petauro è ricoperto da una morbida pelliccia grigia, con una striscia nera che parte dalla testa e corre lungo tutta la schiena, mentre il ventre è chiaro; i soggetti di cattura hanno il pelo marroncino, probabilmente a causa della linfa di eucalipto che imbratta la pelliccia. Le orecchie sono grandi e senza peli, e si muovono in modo indipendente una dall’altra. Gli occhi sono molto grandi (caratteristica tipica degli animali notturni) e scuri.Sia le zampe posteriori che quelle anteriori presentano cinque dita dotate di unghie (tranne che per il quinto dito dell’arto posteriore, che è opponibile e non ha unghia). L’arto posteriore presenta una particolarità: il secondo e terzo dito sono parzialmente fusi, e solo le estremità e le unghie sono libere. Ne risulta una sorta di piccolo pettine utilizzato per mantenere in ordine la pelliccia. Dal polso alla caviglia, da ciascun lato, si estende una plica di pelle detta patagio, che permette al petauro di effettuare il suo tipico volo planato. Nei petauri non esiste una struttura identificabile come ano (come nei mammiferi), bensì una cloaca (come negli uccelli e nei rettili), vale a dire un’apertura comune per l’apparato digerente, urinario e riproduttivo. Nei mammiferi invece l’apertura anale è distinta da quella urogenitale. Il pene del maschio di petauro, che è biforcato, viene quindi estroflesso dall’apertura cloacale.I petauri comunicano tra loro con una varietà di suoni, da una specie di cinguettio a un latrato soffocato, ma per la maggior parte del tempo sono silenziosi.

Distinzione dei sessiLo scroto si trova nella parte bassa dell’addome, anteriormente all’apertura cloacale . Nei soggetti giovani è privo di peli, mentre nell’adulto è completamente ricoperto di pelliccia, delle dimensioni di un pisello. Nella femmina a livello dell’ombelico si trova un’apertura longitudinale, il marsupio, che è assente nel maschio.Il maschio adulto può essere distinto senza difficoltà dalla femmina per la presenza di una zona priva di peli, a forma di rombo, localizzata sulla sommità della testa, che compare dopo i 7 mesi di età. Si tratta di una ghiandola odorosa, utilizzata per marcare il territorio e anche la femmina. Il maschio presenta anche delle ghiandole odorose sul petto, e sia maschi che femmine hanno ghiandole odorose sulla regione perianale (le sacche anali), sempre utilizzate per marcare il territorio. Le sacche anali sono piuttosto sviluppate e nelle femmine possono essere scambiate per testicoli, per la posizione alla base della coda, portando ad una errata identificazione del sesso


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